Ogni professionista di marketing o esperto SEO lo teme: stiamo parlando dell’aggiornamento dell’algoritmo di Google. Negli ultimi anni, il motore di ricerca più usato al mondo, sta aggiornando il suo algoritmo di ricerca migliaia di volte all’anno, e la maggior parte delle volte lo fa tacendo sui cambiamenti. Poichè queste modifiche influenzano direttamente la tua visibilità nelle SERP di Google, con effetti positivi o negativi su vendite, ricavi, profitti e reputazione online. La maggior parte degli esperti di marketing su Internet, così come le agenzie e gli esperti SEO stanno cercando di tenere traccia degli eventuali cambiamenti di Google, in modo da poter adeguare la propria strategia di conseguenza.
L’obiettivo finale è sempre lo stesso: il posizionamento organico nei risultati di Google, il suo mantenimento e il suo sviluppo per ottenere un volume di traffico continuo.
Ora la domanda è; come fare per tenere traccia degli aggiornamenti? Certamente, strumenti come Google Analytics e Web Master Tools ci vengono in aiuto per tracciare il rendimento di un sito su Google. Ma da questi non puoi certamente dedurre se il modello di cambiamento che senti è dovuto a cambiamenti dell’algoritmo o da altri fattori.
Strumenti di monitoraggio
Fortunatamente ci sono alcuni strumenti gratuiti che forniscono dati relativi alle fluttuazioni della SERP di Google, che tracciano i risultati di ricerca di Google per varie parole chiave e mostrano eventuali cambiamenti nella SERP di Google per tali parole chiave.
Ho cercato di analizzare i strumenti di monitoraggio delle fluttuazioni dei risultati delle ricerche su Google in modo che i marketer come me e te possano avere idee comparative su questi strumenti ed impostare una strategia Internet adeguata.
Ovviamente ognuno di questi gli strumenti ha delle caratteristiche distintive, ed è uno software molto utile e valido. Io ho semplicemente provato a mettere più informazioni possibili sul loro uso e sulle loro funzionalità, in modo che chiunque possa farsi una idea in poco tempo.
Il primo strumento di cui voglio parlarti è
Mozcast
Mozcast è certamente lo strumento più popolare in questa categoria, Moz è uno dei team SEO più esperto e famoso (dott. Peter J Meyers). Mozcast ci mostra le fluttuazioni della SERP di Google con lo schema del bollettino meteorologico: più è alta la temperatura, maggiori sono le fluttuazioni della SERP di Google.
Il tema di Mozcast monitora circa 1000 parole chiave, per le prime 10 posizioni in diversi settori. Puoi vedere maggiori dettagli sulla diversità del dominio, l’influenza dei domini PMD (partial-match domain) e EMD (exact-match domain), i dati metrici, e il grafico degli ultimi 3 mesi.
MOZcast è impostato per fornire un particolare bollettino meteorologico per le volatilità delle SERP di Google su base giornaliera. Quando le SERP sono in una sorta di sconvolgimento significativo, il tempo si surriscalda e il grafico diventa più tempestoso. Quando la SERP è tranquilla, è come una bella giornata qui a Roma, mite e soleggiata.
Dalla home page di MOZcast è possibile visualizzare il tempo di oggi e gli ultimi 30 giorni. Vedi sotto per il MOZcast di martedì 7 Aprile 2020.
Quindi mentre scrivo, è stato abbastanza movimentato, con una giornata piovosa e 82 gradi fahrenheit, che corrispondono a circa 27 dei nostri gradi celsius. Guardando indietro nel corso dell’ultimo mese, puoi vedere che ci sono stati alcuni movimenti seri lungo tutto il periodo.
Altre misurazioni di Mozcast
Il bollettino meteorologico giornaliero è sicuramente la caratteristica principale sul sito MOZcast, ma non sono le uniche informazioni disponibili. Quelli di Mozcast tracciano altre cinque misurazioni chiave a 30, 60 o 90 giorni. Queste metriche approfondiscono esattamente quali tipi di siti vengono colpiti quando il tempo diventa nuvoloso o tempestoso. Diamo un’occhiata a queste cinque metriche.
Domain diversity
La Domain diversity ha lo scopo di tracciare l’intasamento delle SERP: cioè se nei risultati di ricerca ci siano domini mostrati più volte, ma con pagine diverse. La metrica mostra quale percentuale di sottodomini univoci (rispetto ai TLD) sono mostrati, nell’universo delle URL incluse nell’analisi. In sostanza, più bassa è la diversità del dominio, più intasate saranno le SERP con gli stessi domini in più termini di ricerca.
Di seguito il loro grafico di tendenza sulla diversità dei domini (Domain diversity) degli ultimi 90 giorni.
Come puoi vedere in questa immagine, le SERP sono state sempre più riempite da un sottoinsieme più piccolo di sottodomini. Questo risultato può essere positivo o negativo. Questo dipende da quel che sta succedendo nel tuo settore. Se le tattiche anti-SPAM messe in campo con l’algoritmo di Google stanno ripulendo le SERP da tutti i siti tossici, allora potresti considerarlo una buona tendenza SEO. Se invece è il risultato del fatto che i brand più importanti stanno iniziando ad occupare una quantità eccessiva di SERP rispetto ai player più piccoli, questo potrebbe essere interpretato come un male, almeno dal mio punto di vista.
Io preferisco avere un alta Domain Diversity, una maggiore diversità di dominio, ma io capisco Google, e la sua necessità contrastare i siti di spam a favore dei fornitori di contenuti di alta qualità. Questa tendenza SEO verso una minore diversità di dominio è qualcosa da monitorare, mentre Panda e Penguin continuano a crescere nel loro impatto.
SERP Count
Da quando il SEO locale è diventato un grosso business, abbiamo visto SERP Google che a volte mostrano meno di 10 risultati organici sulla prima pagina. In risposta a questa tendenza SEO, MOZcast fornisce dati per mostrare il conteggio medio dei risultati nelle SERP nel loro set di dati. Dai un’occhiata agli ultimi 90 giorni di dati di seguito.
Nell’ultimo periodo abbiamo visto questo dato in calo. Ora lo vediamo di nuovo in crescita. Qualcuno si starà chiedendo perché? La risposta è ovvia: Google Local Carousel, un risultato di ricerca locale che visualizza fino a 20 risultati principalmente di ristoranti, hotel e ospitalità in genere e viaggi. L’introduzione del Google Local Carousel per i risultati locali ha fortemente influenzato questa tendenza. Ho letto un sacco di commenti in giro, molti dei quali negativi. Ancora non è chiaro se sia un vantaggio per la quantità di risultati organici mostrati in prima pagina. Lo vedremo nei prossimi mesi.
EMD Influence
Nel settembre 2012, Google ha implementato quello che è stato chiamato EMD Update. EMD è l’abbreviazione di “Exact Match Domain” (Dominio a corrispondenza esatta), ovvero domini che corrispondono esattamente alle money keywords (parole chiave di elevato valore, come ItalyHotels.com per esempio). Il risultato dell’aggiornamento EMD è stato un calo netto e significativo del traffico organico per gli EMD.
Di seguito è riportato il grafico che analizza quale percentuale delle prime 10 classifiche organiche è andata agli EMD negli ultimi 90 giorni.
Come puoi vedere, gli EMD non solo rappresentano una percentuale molto piccola delle SERP, ma sono in continuo calo ancora oggi, mentre Google continua a implementare nuove modifiche all’algoritmo. Gli EMD sembravano aver toccato il punto più basso subito dopo il lancio dell’aggiornamento EMD update dell’algoritmo, dopo di che sono leggermente rimbalzati. Gli EMD sono all’ultima tappa, ad oggi sono meno del 3% su tutte le prime pagine delle SERP di Google. Se si desidera lanciare un nuovo sito Internet, consiglio di evitare EMD ricchi di parole chiave; a Google non piacciono.
PMD Influence
I recenti aggiornamenti hanno iniziato a incidere maggiormente non solo sugli EMD, ma anche sui PMD (Partial Match Domains). I PMD sono domini che non corrispondono esattamente a una parola chiave ad alto valore, ma quasi. Diamo un’occhiata alla tabella PMD di MOZcast.
È abbastanza evidente che i PMD sono stati duramente attaccati negli ultimi mesi, in particolare il 10 Marzo. L’aggiornamento di Google PMD ha portato con sé alcuni danni collaterali, sono stati colpiti molti siti affidabili oltre agli spammer. Dopo l’impatto iniziale molti PMD sono rimbalzati, anche fino a dove erano seduti prima che il dropoff dei PMD prendesse il via. Ma dopo questo rimbalzo, la tendenza alla discesa nei risultati di ricerca sembra essere ripresa
In ogni caso è meglio evitare di lanciare nuovi siti PMD. Non sono sicuro che i PMD siano finiti, ma quel che sembra chiaro è che Google seguirà questa tendenza in modo sempre più aggressivo in futuro.
Daily Big 10
Il Daily Big 10 si concentra su quale quota delle prime 10 classifiche sono comandate dai 10 sottodomini che appaiono più frequentemente tra i set di dati analizzati. Gli occupanti dei primi 10 posti cambiano giornalmente, ma noterai apparire gli stessi nomi in questo elenco per la maggior parte del tempo, è ovvio che questi sono i siti Internet più famosi al mondo. Dai un’occhiata alla lista qui sotto per rendertene conto.
Dopo una tendenza all’aumento durata per molto tempo, ora sembra essersi stabilizzata. Perché? Perché la guerra dichiarata da Google agli EMD e PMD ha prodotto i suoi risultati. Google ha mostrato di preferire i brand nelle sue ultime modifiche all’algoritmo. Questa è, purtroppo, una tendenza che mi aspetto di veder continuare, e solo Google sa per quanto tempo ancora durerà (e se mai finirà).
Concludendo
Mozcast è un eccellente servizio ed io lo uso moltissimo per analizzare i cambiamenti imprevisti per i siti Internet che gestisco. Spesso è in grado di diagnosticare che Google sta apportando una modifica prima che Google stesso lo ammetta pubblicamente. Se noti qualcosa di strano e imprevisto nel traffico del tuo sito Internet e nei risultati organici, ti consiglio di dare un’occhiata a Mozcast per capire se è in atto un aggiornamento di come Google indicizza le pagine, o se dipende solo dal tuo sito.